Nei salotti dell'aristocrazia Italiana e nei circoli non si parla d'altro, la notizia ha fatto anche il giro dei giornali e dei siti web specializzati in materia.

Dopo le indagini svolte nel 2015 dai carabinieri -nucleo patriminio culturale dello stato, con numero di ruolo 460002016 depositato presso la nona sezione civile del tribunale di Roma il 20 luglio 2016, lo Stato Italiano attraverso l'Avvocatura Generale dello Stato, su mandato dell'ufficio legale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e coi pareri unanimi del Ministero Italiano per i Beni e Attività Culturali (MIBAC), e del Ministero Italiano per lo Sviluppo Economico (MISE), ha inoltrato una causa civile, con risvolti penali e richiesta di risarcimento danni, nei confronti dell'Associazione Storica della Nobiltà Italiana (ASNI), il cui Presidente è don Ugone Spinelli Duca di Marinella, di cui il sito www.asni.it costituita il 2014 e altre due nuove società sorte a Torino tra il 2014 e 2015 denominate Libro d'Oro SRL il cui Presidente è don Alberto Notarbartolomdi Villarosa Principe di Furnari, di cui il sito www.librodorosrl.it e il Collegio Araldico “Torinese”, il cui Presidente è invece il marchese Narciso Salvo di Petraganzili (Presidente dell'ACISMOM) del Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta, di cui il sito www.collegio-araldico.it tutti enti indagati per truffa, e abuso di un titolo titolo di pertinenza statale.

Queste nuove associazioni (in verità sconosciute alla nobiltà Italiana), dopo esser state formalmente diffidate dall'Avvocatura generale dello stato in data 9 novembre 2015, in luglio 2016 (in violazione delle leggi vigenti), hanno infatti stampato e venduto un falso LIBRO D'ORO DELLA NOBILTA' ITALIANA a scopo di lucro. Come infatti si legge nei pareri unanimi dei più alti organi dello stato italiano, nonché nella nota del dott. Mario Giarany direttore degli Archivi Centrali di Stato, il detto Libro d'Oro della Nobiltà Italiana è tutt'oggi un registro, anagrafico, custodito presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma, e ha effetti sullo stato civile delle persone, il cui titolo è dunque di esclusiva pertinenza statale, e non può quindi essere abusato da alcuno. Il tragicomico epilogo di una vicenda illegale, che d'altro canto restituisce definitivamente giustizia a Gallelli-editore, il quale infatti in luglio 2015 per difendere i suoi legittimi diritti sul "Libro d'Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie corrente, da egli stampato in luglio 2014 nonchè riconosciuto dal Ministro Italiano per i Beni e Attività Culturali MIBAC, tramite regolare registrazione presso l'ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941), provvedimento n. 29990 R.G; inoltò una richiesta di sequestro (ex art. 700), presso la medesima nona sezione del Tribunale civile di Roma contro gli indagati (oggi citati in causa dallo stato), ma che invece il giudice Massimo Falabella, non ha rigettato in data 20/7/2015.

Oggi grazie dunque alla causa inoltrata dallo stato nei confronti degli indagati, colpevoli di aver stampato un falso Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, si restituisce finalmente giustizia alla verità storica delle cose, e agli editori che rispettano le leggi sull'editoria, operando nella legalità e legittimità della concorrenza leale.

Riportiamo di seguito alcuni passi di grande rilevanza, tratti dalla documentazione prodotta dallo stato contro il Collegio Araldico Torinese, la Libro d'Oro SRL, e ASNI, che aiutano a ben comprendere le legittime ragioni di Gallelli-editore, e quindi le sue corrette attività editoriali.

Alcuni membri di quello che oggi è il Collegio Araldico “Torinese” (costitutio infatti a Torino in data 16 luglio 2015) come si legge sul sito http://www.collegio-araldico.it/Statuto%20Collegio%20Araldico.pdf

attraverso i loro avvocati, in data 12/03/2013 domandavano l'inserimento delle loro famiglie nella 25esima edizione 2015-2019 del Libro d'Oro della Nobiltà italiana-nuova serie corrente Ettore Gallelli-editore, edizione ricordimao formalmente riconosciuta dallo stato italiano, tramite registrazione presso l'ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941), acquisendo quindi tutti i diritti editoriali in esclusiva.

A queste richieste il Barone Ettore Gallelli Benso (neo Presidente del Collegio Araldico Romano-Istituto Araldico Romano di cui il sito www.collegioaraldicoromano.it), rispondeva negativamente, dopo aver infatti accertato che le dette famiglie non appartenevano alla nobiltà Italiana.

Gli indagati, evidentemente risentiti per essere stati respinti in quella che in ambito ovviamente privato è considerata la pubblicazione nobiliare per eccellenza, decidevano di fondare a Torino due nuovi enti nobiliari-imitatori:

-la Libro d'Oro SRL di cui il sito www.librodorosrl.it

-ASNI di cui il sito www.asni.it

-nonchè un altro Collegio Araldico Torinese, di cui il sito www.collegio-araldico.it creato infatti a Torino con atto notarile del notaio Giunipero, come si legge nella pag. http://www.collegio-araldico.it/Statuto%20Collegio%20Araldico.pdf

Non contenti gli indagati, decidevano poi di pubblicare appunto un falso Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, (infatti NON riconosciuto dallo stato con formale registrazione presso l'ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941), contrariamete al Libro d'Oro di Gallelli-editore, invece tutelato dal Ministero per i Beni e Attività Culturali-MIBAC), adottando tralaltro medesimo titolo di un opera dello stato, al fine di spacciarsi per una pubblicazione ufficiale, onde quindi aumentare il numero di vendite.

Gli indagati mettevano poi in opera una serie di attività ostruzionistiche, denunce, reclami e quanto altro possa essere in qualche modo utile allo scopo di impedire ulteriori edizioni del Libro d'Oro (ricordiamo il solo riconosciuto dal MIBAC), da cui erano stati rifiutati.

Logica reazione al rifiuto delle richieste di riconoscimento nobiliare di alcuni di loro, sia l'Unione della Nobiltà d'Italia, di cui il sito www.uninob.it, che al Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (il solo ordine cavalleresco, i cui riconoscimenti nobiliari hanno la Fons Honorum della monarchia Spagnola), che avevano infatti risposto negativamente.

 Anche l'Autorità per la Garanzia delle Comunicazioni (AGCOM) veniva informata che codesti indagati non avevano nemmeno l'iscrizione presso il registro operatori della comunicazione (ROC), cosa segnalata anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (che ha infatti agito attraverso l'Avvocatura generale dello stato, come è OGGI notorio).

L' edizione 25esima 2015-2019 del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, edita in luglio 2016 dagli indagati, che ha infatti abusato del medesimo titolo statale, viene stampata dopo ben due anni dalla stampa della 25esima edizione 2015-2019 del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie corrente Ettore Gallelli-editore, invece riconosciuto dal Ministero Italiano per i Beni Attività Culturali -MIBAC in luglio 2014 con regolare registrazione presso l'ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941), acquisendo quindi tutti i diritti editoriali in esclusiva.

 La così detta "25esima edizione 2015-2019" del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, edito in luglio 2016 dagli indagati, cioè Collegio-Araldico, Libro d'Oro srl, e Associazione Storica della Nobiltà Italiana-ASNI di cui i siti www.collegio-araldico.it e www.librodorosrl.it e www.asni.it è dunque una posticcia e scadente imitazione della 25esima edizione 2015-2019 del Libro d'Oro di Gallelli-editore (amministrata invece dal solo, unico, vero, Collegio Araldico Romano-Istitito Araldico Romano), creato infatti a Roma, e con sede in via Roccaporena n. 51, di cui il sito www.collegioaraldicoromano.it

In conclusione con la causa promossa dallo stato, si è dunque accertato essere un falso Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, che abusa infatti di un titolo di pertinenza statale, tralaltro NON riconosciuto dal Ministero per i Beni e Attività Culturali-MIBAC.

Un Libro d'Oro della Nobiltà Italiana posticcio, stampato in luglio 2016, dopo cioè due anni dalla stampa del Libro d'Oro di Gallelli-editore/Collegio Araldico Romano-Istituto Araldico Romano (edito infatti in luglio 2014 da Gallelli-editore). Un fasullo Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, creato solo per fare cassa, infatti pieno zeppo di pubblicità commerciali e tipograficamente scadente, come dimostra il fatto che è stato stampato con materiali economici “alla buona”, con grammatura leggera, in provincia di Torino, dove infatti le tipografie hanno notoriamente un minor costo di stampa, per non parlare dei tanti errori di dottrina nobiliare, gli ordini cavallereschi inesistenti, e i nobili fasulli ivi pubblicati. Un opera che applica dei criteri d'inserimento antitetici all'ultimo statuto fondamentale del Regno d'Italia, e alla dottrina nobiliare vigente.

Il 12 novembre 2013 poi, oltre cento esponenti di false famiglie nobili, non a caso pubblicate in codesto falso Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, ma assenti dalle fonti nobiliari, ufficiali dello stato, tramite l'avv.to Manfredi Burgio di Firenze, diffidavano Gallelli-editore dal citare in qualsiasi forma i loro nomi, quelli dei loro famigliari nelle sue pubblicazioni. Una diffida in realtà strumentale, studiata a tavolino dagli indagati, al solo fine di pubblicarla on-line (come è infatti puntualmente accaduto sui siti degli indagati, onde cercare di screditare l'editore). Cosa in verità del tutto inutile, veduto il fatto che trattandosi di famiglie omonime, quindi assenti dalle fonti nobiliari, ufficiali dello stato, comunque NON sarebbero state pubblicate nelle opere di Gallelli-editore, che infatti applica scrupolosamente il Regio Decreto n. 651 del 7.06.1943 dell'ultimo statuto fondamentale del Regno d'Italia, in materia di riconoscimenti nobiliari.

Paradossalmente il 4 agosto 2014 il Conte Colonnello Bertini Frassoni (citato in causa il 20 luglio 2016 dallo stato Itaiano per la reiterata stampa del falso Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, già indagato nel 2011 dall'FBI per l'emissione di false fatturazioni nella vicenda della DESPRO, come riferiscono i giornal

http://www.affaritaliani.it/economia/indagato_pier_francesco_guarguaglini220711.html

a mezzo dei suoi legali, diffidava illegittimamente Gallelli-editore a cessare la pubblicizzazione e la commercializzazione del libro d'Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie corrente, e della Rivista Araldica-nuova serie (invece legalmente riconosciute dal Ministero Italiano per i Beni e Attività Culturali MIBAC), chiedendo il ritiro di ogni copia delle stesse eventualmente in commercio.

I punti salienti della vicenda legale:

Al conrario di ciò che avevano sostenuto i legali di ASNI, Libro d'Oro srl e Collegio Araldico “Torinese” (Bertini Frassoni), oggi si è accertato che ogni pretesa di Gallelli-editore era fondata, perché il “Libro d’Oro della Nobiltà Italiana” è un titolo di esclusiva pertinenza statale, demaniale, inusucapibile, che ha tutt'oggi effetto sullo stato civile delle persone.

Ne consegue che essendo il Libro d'Oro della Nobiltà Italiana titolo di pertinenza statale, i Bertini Frassoni non hanno mai avuto alcun diritto su quel nome, ne discende che essi non hanno dunque ceduto alcun diritto alla Libro d’Oro S.r.l., e succesivamente al Collegio Araldico “Torinese”, che quindi non ha alcun diritto di continuare quella pubblicazione, come infatti si legge nelle carte di processo della causa inoltrata dallo stato italiano contro codesti indagati. A riprova di ciò, anche il marchio comunitario <<Libro d'Oro della Nobiltà Italiana>> depositato truffaldinamente all'UAMI dall'ASNI di cui il sito www.asni.it è in corso di cancellazione, su richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

In conclusione il solo Libro d'Oro privato, riconosciuto dal Ministro Italiano per i Beni e Attività Culturali MIBAC, tramite regolare registrazione presso l'ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941), acquisendo quindi tutti i diritti editoriali in esclusiva, rimane unicamente il Libro d'Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie corrente Ettore Gallelli-editore, amministrato dal Collegio Araldico Romano-Istituto Araldico Romano, ai sensi di legge, di cui il sito www.collegioaraldicoromano.it

che è di fatto la sola, unica, legittima, versione legalizzata, quindi sanata ai sensi di legge, del Libro d'Oro illegalmente amministrato dalla famiglia Bertini Frassoni dal 1910 al 2010, amministrato dal solo erede dello storico Collegio Araldico Romano-Istituto Araldico Romano.